Diario Partigiano

Una storia di Resistenza

Val Varaita Gennaio 1944

Rientrai in Val Varaita ai primi di Gennaio, in località Giusiani verso Melle, base partigiana, con una quindicina di giovani al comando dei fratelli Casavecchia. Al 5 di Gennaio giunse una brutta notizia: quella di un imponente rastrellamento compiuto dalle truppe nazifasciste sulla collina di Costigliole nella frazione di Ceretto, una rappresaglia davvero bestiale con fucilazioni, bombe, l’incendio di una trentina di case; ventisette furono le vittime fra la popolazione civile, che subì anche gravissimi danni materiali. Non fu catturato un solo ribelle, ma il tutto si risolse in un grave eccidio di persone appartenenti ad una tranquilla ed onesta comunità di lavoratori agricoli. Fu questa la reazione ai primi attacchi portati dalle bande partigiane ai presidi ed ai posti di blocco nazifascisti. In valle le squadre si ingrossavano di giovani, si costituirono i primi battaglioni.

Il “PISACANE” al forte di Becetto di Sampeyre, io ero con Mario Casavecchia, il fratello Ernesto Casavecchia rimase con i suoi uomini in Val Mala. Dal forte partirono le prime squadre alla ricerca di armi verso il confine, presso le fortificazioni e postazioni militari. Le armi raccolte furono depositate al forte e revisionate; anche un cannone da 47/32 fu rimesso a posto da un giovane operaio di Torino proveniente dall’arsenale militare, che riuscì a fare miracoli con la sua bravura; purtroppo però furono pochi i colpi ritrovati, solo 5 o 6, si dimostrarono invece efficienti i mortai da 81mm.

Il 16 Gennaio i tedeschi incendiarono alcune baite sopra Venasca, il giorno 19 giunsero a Sampeyre ma non successe nulla. I tedeschi rientrarono quindi nelle loro caserme di Saluzzo. In valle ebbero inizio i preparativi per una difesa con postazioni di mitragliatrici e mortai, anche il cannone fu piazzato sopra la montagna dominante il ponte di Val Curta, era il 22 Gennaio (avemmo la notizia dello sbarco degli alleati ad Anzio). Tutti i giorni arrivavano giovani nelle nostre formazioni, ma si aggravava il problema dei viveri. Dai contrabbandieri ricevevamo riso e sale, ma ognuno di loro ci dava solo poche manciate di roba. In alcune azioni compiute dalla nostra squadra volante riuscimmo a recuperare, presso gli ammassi, bestiame e grano.

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