Maggio 1944
Nei mesi trascorsi in Val Mala e Val Varaita fummo costretti a continui spostamenti a causa delle difficoltà nel trovare baite disponibili ad accoglierci; in particolare in alta montagna dove i montanari utilizzavano le baite come deposito di fieno e foglie, le stesse venivano svuotate per salvare il contenuto da eventuali rappresaglie (incendi) di tedeschi e fascisti che le consideravano rifugi di partigiani. Per questo motivo noi eravamo spesso costretti a dormire su poche foglie e a volte anche sulla nuda terra.
Poiché in certi periodi non potevamo spostarci per rifornirci di viveri, erano giovani ragazze che dai paesi di fondovalle salivano con pane ed altri generi alimentari (prelevati dai nostri fornitori) e venivano in nostro soccorso incuranti dei rischi che questa loro azione comportava. Si trattava di ragazze giovani alle quali noi, diciottenni, dimostravamo simpatia e riconoscenza. Erano momenti belli in cui uno scambio di parole, uno sguardo, una carezza, rappresentavano un’evasione e rendevano felici noi e loro che ripartivano contente. Continua a leggere…