Diario Partigiano

Una storia di Resistenza

Archivi per il mese di “agosto, 1944”

In territorio francese

Viene sferrato l’attacco decisivo alla Valle Varaita da ingenti forze nemiche salite dalla Val Po in direzione di Sampeyre attraverso Pian Croesio, Gilba, per raggiungere il passo del Prete, ultima difesa partigiana verso Sampeyre. Vane le resistenze contro forze superiori di uomini e di mezzi. Pochi giorni prima dell’attacco avevo incontrato a Sampeyre il mio amico e compaesano Mario Garbarino, appena rientrato in Val Varaita dalle zone dei Roveri; insieme avevamo già subito il rastrellamento nel mese di Marzo, mi fece piacere rivederlo anche se questo succedeva sempre nei momenti peggiori.

Ci avviammo insieme verso Chiambretta, ultima borgata sotto il colle del Prete al confine con la Val Gilba. Qui eravamo una ventina di giovani con a capo “CAM” (Mau Antide Ugo, ex sergente dell’esercito) con alcune postazioni di mitragliatrici a protezione del passo; la tattica dei tedeschi era abbastanza evidente: chiudere in una sacca nella Val Varaita le molte formazioni partigiane che confluivano dalla Val Pellice, dal Montoso, dalla Val Po. La resistenza partigiana doveva cercare di rallentare gli attacchi in punti strategici l’avanzata tedesca. Dalla Val Gilba saliva verso il colle, a strati, una fitta nebbia che copriva i tedeschi, i quali approfittarono di questo fatto per sferrare l’attacco alle nostre postazioni e spinsero avanti anche dei gruppi di mucche trovate al pascolo in alta valle. Continua a leggere…

Attacco a Venasca

Le truppe nazifasciste attaccano Venasca, per tutto il giorno incendiano e distruggono il 60% delle case, la gente del posto fugge impaurita. Verso sera le truppe nemiche si ritirano dopo aver dimostrato la loro ferocia nei confronti della popolazione inerme, colpevole soltanto di simpatizzare per la causa partigiana.

19 anni

Oggi compio 19 anni e mi preparo a subire il terzo rastrellamento, che si prevede decisivo, da parte delle forze tedesche appositamente giunte da altri presidi per occupare le valli di confine con la Francia: per loro il pericolo è rappresentato dalle forze alleate che già occupano il territorio oltre le Alpi italiane.

Paesana 1944 – Manfredo Zorio

E’ l’alba, la giornata si preannuncia serena, calda come le precedenti.

Il paese ancora dorme, per poco però; i negozi aprono alle sei e chiudono alle otto per riaprirsi dalle diciotto alle venti. E’ l’orario di guerra perché chi può passa la giornata nelle frazioni alte per evitare la “CICOGNA“, vecchio ed asmatico aereo che sovente sorvola il paese, sorveglia, intimorisce, mitraglia e sgancia qualche bomba.

Nella piazza del Municipio si incontrano quattro uomini per scendere a piedi a Barge e salire sul primo treno per Torino; alla Colletta ricuperano il quinto compagno: il sottoscritto. Né loro né chi ancora dorme prevede la tragica giornata che li attende anche se in molti la temono. Le “spedizioni punitive” in vallata hanno già colpito, incendiando giovedì 27 Luglio Martiniana e venerdì 28 Sanfront. Alcuni ottimisti fanno affidamento sugli ostacoli che sbarrano le strade per Barge e per Saluzzo e sul fatto che il ponte di Croesio è stato fatto saltare dai partigiani. Continua a leggere…

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