Diario Partigiano

Una storia di Resistenza

Alla TRAPPA

Reparti tedeschi formati da soldati Ucraini, Polacchi ed Austriaci reduci dal fronte di Cassino furono mandati a presidiare la Val Po, ma giunti al bivio di Oncino sui loro autocarri, vennero fermati dai partigiani piazzati con mitragliatrici e impedendo loro di proseguire. Poiché c’era il rischio di perdere troppe vite umane, i reparti tedeschi preferirono ritirarsi a Paesana, ma con i loro cannoni presero a sparare verso le postazioni partigiane con un fuoco intenso e preciso che costrinse i partigiani ad abbandonare le loro posizioni e ritirarsi verso Gambasca e la Pianura nella zona di Staffarda. I tedeschi ebbero così via libera per raggiungere Crissolo e per risalire sino al Passo delle Traversette, passo che presidiarono poi sino al 25 Aprile.

La mia squadra si spostò sull’altro versante sopra Rifreddo in una baita in mezzo ad un bosco di castani: mi ricordo bene il particolare poiché il pasto era a base di castagne. In questo periodo arrivò a Saluzzo una parte dell’unità tedesca che operava in Piemonte e precisamente la V° Divisione ALPINA che era stata allestita a Kufstein in Tirolo e che era formata da soldati bavaresi e tirolesi. Proprio questa unità militare verso il 14 Settembre occupò la Val Varaita e presidiò Casteldelfino e tutta l’alta valle verso il confine, ma dopo poco tempo fu sostituita dalla Divisione Monte Rosa, col battaglione BASSANO al comando del Maggiore Molinari che stabilisce il comando a Casteldelfino. In seguito arrivò la Divisione LITTORIO consorella della Monte Rosa: tutte forze militari formate in Germania da ex soldati Italiani e volontari comandati dal Generale AGOSTI.

La Divisione assunse subito un atteggiamento offensivo contro i partigiani con reparti appositamente preparati, specie quelli al comando del Tenente Adriano Adami detto “Pavan”, fanatico fascista con il suo seguito. In Val Po il gruppo in cui mi trovavo, 35/40 uomini al comando di Remo Biglia, risalì verso il monte Bracco alla ricerca di una base e si stabilì poi alla TRAPPA, un vecchio edificio ex monastero di frati trappisti in abbandono. Ci arrangiammo alla meglio in mezzo a vecchi muri e porticati, utilizzati anche come deposito di fieno dai contadini della zona. Nella foto ricordo scattata in quel periodo sono chiaramente riconoscibili i componenti della base: Remo Biglia, Mario Ponchione, il Dott. Bollati, CAM, Bianco “CECO”, molti ex militari meridionali e un buon numero di giovani di Moncalieri e di Torino, BIRIMBO e BIRAMBO di Paesana, tutti ottimi partigiani con diverse esperienze alle spalle.

La nostra permanenza alla TRAPPA durò poco: una notte nel fienile scoppiò un incendio di vaste proporzioni, sicuramente visibile da Paesana dove si trovavano di presidio i soldati tedeschi, la cosa ci costrinse ad un nuovo spostamento. Scendemmo verso Envie attraverso una mulattiera ripidissima e ci sistemammo nelle prime baite della frazione Occa di Envie in una zona coltivata in prevalenza a frutteti. Ci trovammo a dormire proprio in mezzo a depositi di mele messe sulla paglia a conservare: non sappiamo quante mele siano state mangiate, quello che è certo fu che il comando dovette sborsare una bella somma al contadino per il danno subito. Si scaldava un forno a legna dove si mettevano le mele che poi si mangiavano cotte. In questa base si organizzò un gruppo, di cui anch’io feci parte, per operare verso la vicina pianura con varie mansioni: di polizia, di forniture alimentari, di contatto con le altre basi; caposquadra era Nesta Stefano “STEF”, poi Bonetto Giorgio “PO”, in seguito arrivarono due giovani staffette.

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