Diario Partigiano

Una storia di Resistenza

Grazie, e ciao Aldo

‘Il partigiano Aldo Allocco, classe 1925, nato a Bra, carignanese di adozione, ci ha lasciato vittima del Coronavirus a pochi mesi dalla sua 96esima primavera. Ma a chi gli chiedeva quale fosse la più indimenticabile delle sue tante primavere, vissute sempre con grande riservatezza, un sorriso simile ad un lampo gli attraversava il volto: non aveva esitazioni a ricordare quella in cui era andato, insieme a tanti altri giovani, la nostra meglio gioventù, a “conquistarsela”, la primavera, come i versi della canzone “Fischia il vento”.’

Nuova ristampa del volume

Diario Partigiano

Il Sergentin

I tedeschi del presidio di Paesana, per garantirsi maggior sicurezza eseguirono una serie rastrellamenti in diverse zone attorno a Paesana, iniziando da Agliasco con l’incendio di diverse baite. Il giorno dopo, attraverso la TRAPPA nostra ex base, scesero alla frazione Occa di Envie, passarono poco lontano dalle nostre baite senza notare la nostra presenza e terminarono la loro azione uccidendo un nostro collaboratore: Giuseppe Fraire detto “Sergentin“.

Sempre a Paesana, in un rastrellamento operato dai repubblichini, furono catturati alcuni giovani del luogo che riuscirono però a fuggire durante il viaggio verso Cuneo.

Solo il giovane Fantone Pierino venne trattenuto e poi fucilato sulla piazza di Cuneo.

Gli uomini di Volto

Avemmo notizia dell’imboscata avvenuta sulla strada Provinciale Saluzzo-Revello ai danni di alcuni partigiani del gruppo del Comandante “VOLTO“. Si erano appostati lungo la scarpata, in attesa di giovani diretti a Saluzzo per avvisarli di un rastrellamento in atto da parte dei tedeschi che requisivano tutti i giovani per avviarli ai lavori nelle loro organizzazioni.

Solo all’ultimo momento i partigiani si accorsero dell’arrivo di una pattuglia di soldati tedeschi avvisati da qualche informatore ed il conflitto fu inevitabile.

Sul posto persero la vita combattendo, il partigiano Franco Spadaro “FUSCO“, “WILSON” e “LORIS” furono fatti prigionieri e poi fucilati a Saluzzo, ANDREA BARRA, ferito alla schiena e poi al capo, fu soccorso prima dai suoi compagni e poi preso in cura da un contadino che lo portò in salvo in un luogo sicuro dove fu curato dal Dott. Bollati.

Fu una triste perdita quella dei tre giovani caduti, elementi coraggiosi e molto validi per le nostre formazioni.
(Vedasi la testimonianza di Andrea Barra nel libro “La Resistenza nel Saluzzese” alle pagine 94-95-96).

Alla TRAPPA

Reparti tedeschi formati da soldati Ucraini, Polacchi ed Austriaci reduci dal fronte di Cassino furono mandati a presidiare la Val Po, ma giunti al bivio di Oncino sui loro autocarri, vennero fermati dai partigiani piazzati con mitragliatrici e impedendo loro di proseguire. Poiché c’era il rischio di perdere troppe vite umane, i reparti tedeschi preferirono ritirarsi a Paesana, ma con i loro cannoni presero a sparare verso le postazioni partigiane con un fuoco intenso e preciso che costrinse i partigiani ad abbandonare le loro posizioni e ritirarsi verso Gambasca e la Pianura nella zona di Staffarda. I tedeschi ebbero così via libera per raggiungere Crissolo e per risalire sino al Passo delle Traversette, passo che presidiarono poi sino al 25 Aprile. Continua a leggere…

In territorio francese

Viene sferrato l’attacco decisivo alla Valle Varaita da ingenti forze nemiche salite dalla Val Po in direzione di Sampeyre attraverso Pian Croesio, Gilba, per raggiungere il passo del Prete, ultima difesa partigiana verso Sampeyre. Vane le resistenze contro forze superiori di uomini e di mezzi. Pochi giorni prima dell’attacco avevo incontrato a Sampeyre il mio amico e compaesano Mario Garbarino, appena rientrato in Val Varaita dalle zone dei Roveri; insieme avevamo già subito il rastrellamento nel mese di Marzo, mi fece piacere rivederlo anche se questo succedeva sempre nei momenti peggiori.

Ci avviammo insieme verso Chiambretta, ultima borgata sotto il colle del Prete al confine con la Val Gilba. Qui eravamo una ventina di giovani con a capo “CAM” (Mau Antide Ugo, ex sergente dell’esercito) con alcune postazioni di mitragliatrici a protezione del passo; la tattica dei tedeschi era abbastanza evidente: chiudere in una sacca nella Val Varaita le molte formazioni partigiane che confluivano dalla Val Pellice, dal Montoso, dalla Val Po. La resistenza partigiana doveva cercare di rallentare gli attacchi in punti strategici l’avanzata tedesca. Dalla Val Gilba saliva verso il colle, a strati, una fitta nebbia che copriva i tedeschi, i quali approfittarono di questo fatto per sferrare l’attacco alle nostre postazioni e spinsero avanti anche dei gruppi di mucche trovate al pascolo in alta valle. Continua a leggere…

Attacco a Venasca

Le truppe nazifasciste attaccano Venasca, per tutto il giorno incendiano e distruggono il 60% delle case, la gente del posto fugge impaurita. Verso sera le truppe nemiche si ritirano dopo aver dimostrato la loro ferocia nei confronti della popolazione inerme, colpevole soltanto di simpatizzare per la causa partigiana.

19 anni

Oggi compio 19 anni e mi preparo a subire il terzo rastrellamento, che si prevede decisivo, da parte delle forze tedesche appositamente giunte da altri presidi per occupare le valli di confine con la Francia: per loro il pericolo è rappresentato dalle forze alleate che già occupano il territorio oltre le Alpi italiane.

Paesana 1944 – Manfredo Zorio

E’ l’alba, la giornata si preannuncia serena, calda come le precedenti.

Il paese ancora dorme, per poco però; i negozi aprono alle sei e chiudono alle otto per riaprirsi dalle diciotto alle venti. E’ l’orario di guerra perché chi può passa la giornata nelle frazioni alte per evitare la “CICOGNA“, vecchio ed asmatico aereo che sovente sorvola il paese, sorveglia, intimorisce, mitraglia e sgancia qualche bomba.

Nella piazza del Municipio si incontrano quattro uomini per scendere a piedi a Barge e salire sul primo treno per Torino; alla Colletta ricuperano il quinto compagno: il sottoscritto. Né loro né chi ancora dorme prevede la tragica giornata che li attende anche se in molti la temono. Le “spedizioni punitive” in vallata hanno già colpito, incendiando giovedì 27 Luglio Martiniana e venerdì 28 Sanfront. Alcuni ottimisti fanno affidamento sugli ostacoli che sbarrano le strade per Barge e per Saluzzo e sul fatto che il ponte di Croesio è stato fatto saltare dai partigiani. Continua a leggere…

Attacco tedesco in Val Po

Ha inizio l’attacco tedesco alla Val Po.

I partigiani di Santa Barbara respingono il primo attacco e solo dopo tre giorni di combattimento i tedeschi, superiori di mezzi e di uomini incendiano dapprima Martiniana e subito dopo il paese di Sanfront.

Nel frattempo continuano i combattimenti e i blocchi stradali, a dar man forte ai tedeschi intervengono reparti fascisti della FOLGORE e NEMBO e insieme tengono Paesana sotto pressione, rastrellano civili che tengono come ostaggi, sparano ed uccidono due partigiani.

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